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“A proprio agio”:presentato il progetto dell’ASU sulla disabilità

L’iniziativa è stata possibile grazie al sostegno di Fondazione Friuli (Bando Welfare 2022) e alla collaborazione con Csen Fvg, Special Olympics Fvg e scuola regionale dello Sport Coni Fvg

(COMUNICATO STAMPA) È stato presentato oggi, al PalaFiditalia, sede dell’Associazione Sportiva Udinese, il progetto “A proprio agio” che intende da un lato inserire bambini e ragazzi con disabilità certificata (fisica o intellettiva) all’interno dei corsi già proposti dalla Polisportiva; dall’altro formare tecnici con le competenze necessarie per supportare questa attività. Presenti per l’occasione, assieme al presidente dell’ASU, Alessandro Nutta e al direttore generale, Nicola Di Benedetto; anche il presidente di Fondazione Friuli, Giuseppe Morandini, che ha sostenuto il progetto (Bando Welfare 2022); Giuliano Clinori, vicepresidente Csen nazionale, presidente della delegazione Fvg e direttore di Special Olympics Fvg; e Marinella Ambrosio, componente della scuola regionale dello Sport Coni Fvg.

(FASE 1) PERCORSI INDIVIDUALIZZATI – La prima fase di “A proprio agio” (progetto dell’ASU, organizzato in collaborazione con Csen Fvg, Special Olympics Fvg, scuola regionale dello Sport Coni Fvg, e sostenuto da Fondazione Friuli e alla) è già stata avviata nei mesi scorsi «grazie al coordinamento di Chiara Candelotto – ha ricordato Nutta -. Alcuni atleti sono stati inseriti nei corsi attualmente in programma in ASU grazie a percorsi individualizzati strutturati sulle esigenze del singolo. Dopo una prima fase di prova, l’educatore che accompagna l’atleta valuta se questi può svolgere l’attività in gruppo, se necessita di un supporto, oppure se la sua disabilità richiede un percorso one-to-one. Un obiettivo a cui lavoravamo da tempo – ha ricordato il presidente – e che è stato possibile grazie al fattivo sostegno della Fondazione Friuli, che ringraziamo». L’Associazione Sportiva Udinese si occupa infatti da molto tempo di disabilità grazie alla collaborazione con alcune associazioni del territorio, a cui propone percorsi dedicati, e al lavoro di Chiara Candelotto, che si occupa dei percorsi per persone con disabilità grave. Grazie a questo progetto l’ASU intende offrire però un supporto maggiore a famiglie (che sosterranno il solo costo del corso, senza esborsare nulla per l’educatore di sostegno, grazie al sostegno di Fondazione Friuli) e atleti con disabilità intellettiva o fisica. «Sviluppare le attività pro disabilità – sia essa di natura inclusiva o integrata – è da sempre un nostro obiettivo. Siamo fortemente convinti che questo approccio sia alla base della lotta all’esclusione sociale e che gli atleti, anche se portatori di una disabilità, se messi nelle condizioni migliori per lavorare, possano ottenere grandi risultati, come quelli che ci mostrano i campioni paraolimpici e gli Special Olympics», ha puntualizzato il dg Di Benedetto.

Intervenendo alla conferenza stampa il presidente Morandini ha sottolineato la grande capacità di ASU di cogliere e interpretare gli obiettivi che la Fondazione si dà con i propri bandi e interventi: «Il progetto presentato oggi prosegue con vigore in questa direzione mettendo in linea i servizi offerti da questa storica società e la formazione necessaria per affrontare con successo una delle sfide più grandi che riguardano le nostre comunità: l’inclusione vera».

(FASE 2) IL CORSO DI SPECIALIZZAZIONE – Proprio in questo contesto si inserisce il “Corso di alta specializzazione per tecnici che trattano la disabilità fisica e intellettiva”: «Si tratta di uno dei pochi corsi di questo tipo in Italia» – ha spiegato Clinori. Al momento, infatti, non esiste una formazione specifica per i tecnici sportivi che operano con la disabilità fisica e intellettiva, eppure questa è un’esigenza che sta maturando sempre più, anno dopo anno, anche grazie al crescente sviluppo che stanno vivendo movimenti come Special Olympics», di cui lo steso Clinori è direttore regionale. «Con questo corso cerchiamo di dare maggiori opportunità a tutti, ma soprattutto offriamo la possibilità di aumentare la conoscenza su come si affronta la disabilità nel mondo dello sport». A fare eco a Clinori, Ambrosio che ha ringraziato «tutte le realtà che hanno permesso a questo progetto di prendere forma. Questa nuova progettualità rientra a pieno titolo in un vivace contesto, qual è quello regionale, che lavora quotidianamente per diffondere il concetto di sport inclusivo».

A chiudere gli interventi è stata la responsabile del progetto, Chiara Candelotto, che ha spiegato come nella sua attività con la disabilità grave, all’interno di ASU, e ora con il coordinamento del progetto “A proprio agio”, abbia sposato il sogno di un amico disabile «che nella vita vuole essere libero di scegliere cosa fare, senza pacchetti preformati. Una persona che desidera un mondo che lo metta nelle condizioni di fare ciò che vuole, come chiunque altro. È giusto che anche gli atleti con disabilità – ha proseguito – possano stare in un contesto di normalità in cui si allenano, ad esempio, con gli agonisti, perché ciò apporta benefici da ambo le parti. Senza contare come questo cambi la qualità di vita non solo dei ragazzi, ma anche delle famiglie. Mi è capitato – ha raccontato portando un esempio – di lavorare con un ragazzo che a causa della sua disabilità non era in grado di fare le scale da solo. Dopo un mese, invece, è diventato autonomo. È chiaro che in questo modo la vita di tutti è cambiata e migliorata».

IL CORSO – Il percorso formativo permetterà il conseguimento di un brevetto (riconosciuto da Csen e SRdS Coni) come “tecnico sportivo base per persone con disabilità”, per coloro già in possesso di una qualifica sportiva; chi invece proviene da altri ambiti, riceverà un attestato di frequenza. Potranno dunque partecipare non solo tecnici sportivi ma anche educatori. Durante le 32 ore (14, 15, 28, 29 gennaio e 5 febbraio 2023) saranno affrontati i più disparati argomenti di area medica, fisiologica, psicologica, tecnica grazie agli interventi di cattedra di professionisti come (solo per citarne alcuni) la dottoressa Emiliana Bizzarini, facente funzioni direttore al centro di Medicina Fisica e Riabilitazione – Unità spinale-Gervasutta di Udine; la dottoressa Alessia Domenighini, consulente comportamentale Responsabile attività “Progetto autismo Fvg Onlus”; la dottoressa Marianna Pertoldi, psicologa generale. Per informazioni e iscrizioni (entro e non oltre il 31 dicembre 2022) è necessario inviare una mail a csenfriuli@gmail.com. Il corso sarà gratuito grazie al sostegno di Fondazione Friuli. L’unico costo sostenuto dai partecipanti sarà pari all’ammontare del brevetto, per coloro che lo conseguiranno, e per il quale è necessaria una frequenza di almeno il 75% delle ore totali e il superamento di un esame finale.